Riflessioni e Proposte in merito alla bozza del Decreto-Legge "Forze di Polizia" – per una piena equi ordinazione e valorizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Lo scrivente in qualità di Presidente della Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE), per sottoporre alla Vostra autorevole attenzione le profonde preoccupazioni e il crescente malcontento che si stanno diffondendo tra il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria in relazione alle disparità di trattamento percepite nella bozza del Decreto-Legge recante "Disposizioni urgenti in materia di Forze di polizia".
Pur esprimendo il nostro apprezzamento per l'impegno volto al rafforzamento complessivo del sistema sicurezza e riconoscendo il valore di alcune misure contemplate per il nostro Corpo, non possiamo ignorare la sensazione di una mancata piena equi ordinazione rispetto ad altre Forze di Polizia, in particolare la Polizia di Stato. Tale percezione genera frustrazione e un senso di svilimento per la dedizione quotidiana e l'alta professionalità che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria dimostrano costantemente. Un primo e significativo punto di criticità risiede nella gestione delle progressioni di carriera. Osserviamo, infatti, che per la Polizia di Stato, l'Articolo 12 della bozza prevede l'anticipazione di due concorsi interni straordinari per l'accesso alla qualifica di Ispettore Superiore, stabilendo chiaramente che tali procedure avranno luogo esclusivamente per titoli. Una disposizione analoga non è stata purtroppo contemplata per il Corpo di Polizia Penitenziaria. Ciò determina una palese disparità per i nostri Ispettori, inclusi coloro che, come i colleghi del VI corso, hanno già affrontato iter concorsuali lunghi e complessi. Riteniamo indispensabile che anche al personale della Polizia Penitenziaria sia garantita una paritetica opportunità di avanzamento per titoli, che valorizzi l'esperienza e le competenze acquisite sul campo, evitando di gravare ulteriormente il personale con ulteriori prove d'esame. Il diffuso sentimento del "basta esami per noi" è un segnale di disagio che merita la massima considerazione.
Un'altra preoccupazione rilevante concerne la percezione che le riforme sembrino focalizzarsi maggiormente sulla riorganizzazione dei vertici piuttosto che sulla reale valorizzazione e progressione della base e dei ruoli intermedi. Sebbene la bozza includa l'incremento di 1.000 unità di agenti, l'istituzione di nuove carriere quali quelle dei medici veterinari e dei funzionari tecnici psicologi, e la rimodulazione delle carriere dei funzionari con l'incremento della dotazione organica (da 700 a 715 unità), la nomina diretta dei vincitori del concorso pubblico a "Commissari" e la riduzione del periodo minimo per la nomina a dirigente generale, la base del personale lamenta che l'attenzione e le agevolazioni concorsuali siano sproporzionatamente dirette ai livelli apicali o a specifiche nuove figure. Ciò offusca le legittime aspirazioni di chi, operando quotidianamente negli istituti e sui territori, attende percorsi di avanzamento certi, equi e snelli.
Il Corpo di Polizia Penitenziaria rappresenta una Forza di Polizia a pieno titolo, con compiti unici e insostituibili, che spesso si svolgono in contesti di elevata complessità e stress. È pertanto essenziale che le imminenti riforme legislative riconoscano pienamente questa specificità e assicurino una sostanziale equi ordinazione, prevedendo meccanismi di progressione di carriera che valorizzino l'anzianità, l'esperienza e il merito per tutti i ruoli, in piena analogia con quanto previsto per le altre Forze di Polizia.
Confidando nella Vostra sensibilità e nella consueta attenzione alle esigenze di tutto il Comparto Sicurezza e Difesa, auspichiamo un sollecito intervento sulla bozza del Decreto-Legge per includere misure correttive che garantiscano una reale parità di opportunità per il nostro personale. Restiamo a Vostra completa disposizione per un confronto costruttivo, volto al raggiungimento di soluzioni eque e sostenibili.