Equiparazione del trattamento per l'erogazione del buono pasto per i dipendenti della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento

Questa Confederazione è nuovamente motivata a invitare le Signorie Vostre a un'attenta riflessione sulle evidenti scelte discriminatorie in atto nei confronti dei dipendenti della Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento in materia di riconoscimento del buono pasto per il servizio eccedente le 6 ore lavorative.
È stato già chiarito, in precedenti comunicazioni, come il CON.SI.PE. abbia voluto segnalare le recenti interpretazioni della Suprema Corte (si evidenzia anche l'ultima pronuncia n. 25525/2025 favorevole in tal senso). Tali orientamenti sono stati enucleati anche nelle ultime circolari del Dipartimento, seppur applicate in maniera diversa e quasi con un intento discrezionale che sembrerebbe travalicare il dettato normativo alla base del riconoscimento del beneficio. Non desideriamo ripeterci su opinioni già largamente espresse in precedenti occasioni di corrispondenza.

Questa Confederazione desidera invece portare all'attenzione un altro aspetto che l'Amministrazione Penitenziaria sembra sottacere quando si discute dei diritti dei dipendenti: l'anomala considerazione dipartimentale di ritenere differenti i dipendenti in servizio presso gli istituti penitenziari da coloro, in particolare, che sono impiegati nella DGDT.

La DGDT è sempre stata considerata di fondamentale importanza, avendo, come noto, la responsabilità diretta della gestione e del trattamento dei detenuti, la gestione del servizio sanitario negli istituti, l'attuazione di attività rieducative e lavorative, la gestione di detenuti di particolare rilevanza sotto il profilo della sicurezza (41 Bis e AS), nonché dei collaboratori di giustizia. La DGDT è stata sempre definita un organo nevralgico del DAP, essenziale per il funzionamento del sistema carcerario e per il raggiungimento degli obiettivi di giustizia, sicurezza e recupero sociale.
Gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso la DGDT svolgono compiti istituzionali equiparati ai colleghi in servizio negli istituti penitenziari, come, ad esempio: Matricole e/o Uffici Comando; Pianificazione trasferimenti; Pianificazione videoconferenze; Contatto con la Magistratura di Sorveglianza, l'Avvocatura di Stato distrettuale e Generale; il Ministero dell’Interno per i collaboratori; ecc. Hanno acquisito specializzazioni da matricolisti e hanno partecipato a corsi di aggiornamento per le specificità del servizio espletato.

Eppure, non sono equiparati al trattamento previsto per i colleghi in servizio presso gli istituti penitenziari, ai quali viene erogato il buono pasto in modo automatico una volta che il servizio eccede le 6 ore di lavoro.

In altre articolazioni dipartimentali, questa modalità di riconoscimento del beneficio è già applicata, qualora si debba osservare il dettame normativo che prevede la pausa obbligatoria per il recupero del benessere psicofisico del dipendente in assenza di un luogo adeguato per usufruire di tale tempo di recupero e di una mensa dove poter consumare un pasto.

È importante chiarire che la Confederazione scrivente non intende trascurare tutti gli altri colleghi impiegati presso il DAP, così come presso i PRAP. Siamo consapevoli della fondamentale importanza del lavoro svolto dal personale di Polizia Penitenziaria, per il quale si continuerà a dibattere e a lottare per la tutela dei diritti e della dignità lavorativa. Tuttavia, la dicotomia dell'amministrazione, che assume un carattere di palese distorsione interpretativa laddove vengono fatte differenziazioni di servizio tra colleghi impiegati in istituto e colleghi impiegati alla DGDT, impone un intervento specifico.

Sollecitiamo le Signorie Vostre a una riflessione e a una considerazione per quanto sopra evidenziato, pur essendo certi che non possa trattarsi di "cosa nuova", ma solo di una situazione comodamente trascurata. Non possiamo più permetterlo!

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