Struttura Penitenziaria al Collasso: CON.SI.PE. Denuncia Condizioni Insostenibili presso la Casa Circondariale Napoli Poggioreale.
La scrivente O.S. organizzata in forma di confederazione, denominata "CON.SI.PE.", partendo da imprescindibili oggettive osservazioni, intende con la presente, informare i destinatari della stessa, circa impellenti criticità riferite a questa Presidenza dal personale ivi in servizio.
La struttura penitenziaria, in oggetto, è attualmente quella che accoglie il maggior numero di detenuti del Paese e probabilmente del continente nonostante ben quasi due reparti chiusi per ristrutturazione; altri attendono il proprio turno versando in condizioni di fatiscenza, soffre di una grave carenza di dotazioni strumentali; necessiterebbe di urgenti interventi di ripristino della salubrità dei posti di lavoro; mancano
all'appello circa 200 (duecento) unità di personale di Polizia Penitenziaria, mancano figure professionali di tutti i profili; l'area sanitaria è gravemente deficitaria nei confronti degli obblighi di assistenza dei reclusi; la caserma e gli spazi da adibire al benessere del personale sono completamente inutilizzabili.
Queste, sono solo genericamente, le osservazioni principali alle quali, solo per non dilungarsi si preferisce fermarsi, solo per definire la più preoccupante di tutte, ossia la Sicurezza ad oggi gravemente compromessa e non emersa nella pericolosità, solo per puro caso fortuito. Fortuna che pur aiutando gli audaci, non può sempre sopperire alle responsabilità altrui.
Il personale è stremato, mal gestito, senza il rispetto non solo di norme previste, ma quanto, di quelle di buon senso, costretto ormai da troppo tempo soprattutto quello in servizio nella zona detentiva, all'interno di stracolme sezioni a prestare servizio su pio piani; occupandosi di più posti di servizio; espletando turni in eccedenza oraria e cadenzata a quelli mensili normalmente previsti; spesso impossibilitata alla fruizione della M.O.S. se non con ulteriori aggravi di carichi di lavoro e di aggiuntivo, pericoloso, abbassamento dei livelli minimi di sicurezza, spesso impiegato in posti di servizio previsti da tabelle di consegna da 2/3
unità, da solo con implicito rischio.
In questo marasma di disfunzioni, sulla pelle dei lavoratori, si registrano quotidianamente episodi di tale gravità che in questa sede, si ritiene utile solo preannunciare, di prossima trattazione in sede di tutela europea degli stessi.
Impossibile non riportare seppur sinteticamente, quanto accaduto e riferito a questa Confederazione in data 1 agosto, quando, in una situazione di ordinaria follia, per l'esiguità del numero di personale in servizio, dovendo fare fronte, alle ulteriori assenze giustificate e giustificabili da tutto quanto precede, si è dovuta constatare, l'ennesima disaffezione da parte dei vertici dell'Istituto nei confronti del personale.
Pare infatti che solo l'impossibilità alla celebrazione in sicurezza delle SS. Messe previste, abbia fato scaturire preoccupazione e non già per l'impossibilità a garantire un turno di servizio degno delle oramai utopiche previste, garanzie contrattuali ma come ultimamente sempre più frequentemente si assiste, per le eventuali reazioni della popolazione detenuta che forte di questo ricatto, finisce per essere forza sempre più egemone. Si segnala inoltre, la scarsa collaborazione del N.O.T.P. che nonostante accordi presi e tempi previ preannunciati, si presentava presso il nosocomio dell'Ospedale del Mare solo alle ore 11.00 e loro personale precisava di dover smontare alle 12.00, lasciando in pratica, meno di un'ora per il tragitto di andata e ritorno dall'istituto delle due unità cosi liberate temporaneamente per la celebrazione alla fine non effettuata perché il celebrante alle ore 11.25 riferiva di dover andare via, vanificando tutto quanto messo in campo fino a quel momento in termini di blocco della pattuglia, soppressione e accorpamento di ulteriori posti di servizio.
La vicenda, rappresenta emblematicamente, quanto accade pericolosamente in questo periodo, in cui, più che solitamente non si riesce ad organizzare attività per deflazionare cospicuamente le presenze di detenuti, soprattutto per quanto riguarda, i detenuti segnalati come promotori di disordini e di organizzare manifestazioni destabilizzanti dell'ordine e della sicurezza.
L'Istituto penitenziario, riteniamo meriti per quanto indicato in premessa, una maggiore attenzione, in quanto, proprio i numeri, ne fanno in caso di disordini, un problema molto più ampio da arginare anche in considerazione, della tipologia di detenuti presenti.
Auspicando l'avvio di un immediato confronto sull'operatività, si resta in attesa di riscontro.
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