Istituzione della Polizia di Giustizia - Proposta

Sono lieto di inviarti copia dell'appunto consegnato al Sottosegretario alla Giustizia, On. Francesco Paolo Sisto, contenente anche la proposta di scioglimento del Corpo di Polizia Penitenziaria e di contestuale istituzione della Polizia di Giustizia alle dirette dipendenze del Gabinetto del Ministro della Giustizia.
Avrei piacere di avere da te un prezioso cenno di riscontro in ordine al gradimento dell'iniziativa.
Ti ringrazio per il lavoro che ogni giorno ti vede impegnato al servizio delle Istituzioni, per la sicurezza dei cittadini ed in favore del "nostro" Corpo di Polizia dello Stato, non limitandolo agli umori di una Amministrazione.

L’efficientamento del Corpo di Polizia Penitenziaria (reclutamento, formazione, addestramento professionale, dotazioni ed equipaggiamenti) e dell’intero sistema dell’esecuzione penale rende necessario procedere ad espungere il Corpo dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.

Il DAP, con la sua dirigenza amministrativa penitenziaria, nel corso degli anni e delle evoluzioni normative e tecnologiche che si sono succedute, non si è dimostrato adeguato a gestire le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, spesso considerati non già come risorse da valorizzare, quanto come opportunità per brillanti carriere personali di taluni.

Le penalizzazioni che il Corpo subisce sono sotto gli occhi di tutti: aggressioni quotidiane senza protocolli operativi di intervento, incapacità a gestire le rivolte, mancanza dei più elementari equipaggiamenti richiesti alle Forze di Polizia (anche ottenere una divisa è quasi un miracolo in un corso di formazione per neo Agenti).

A tali pregiudizi seguono, di pari passo, la non adeguata attenzione verso l’utenza detenuta da parte di quanti vengono assunti con profilo di “direttore di Istituto penitenziario”, che si dimostrano nei fatti più interessati a gestire un Corpo di Polizia di cui non fanno parte che a preoccuparsi delle persone detenute, delle condizioni di detenzione, dei percorsi rieducativi e dell’edilizia penitenziaria (ps. il direttore dell’Istituto presiede di diritto l’équipe trattamentale e il consiglio di disciplina, è funzionario delegato per le procedure di spesa, ma spesso a tali incombenze riserva tempi fin troppo limitati).

La risposta a questi problemi, ammesso che li si voglia risolvere, si trova unicamente nel coraggio di cambiare il sistema, attraverso una nuova collocazione amministrativa del Corpo, sempre in seno all’attuale Ministero.
Ormai, del resto, è anacronistico continuare a parlare di Polizia Penitenziaria dal momento che le
funzioni del Corpo sono sempre più proiettate in contesti diversi da quello tipicamente penitenziario.

La Polizia che dipende dal Ministero della Giustizia, pur avendo nell’Istituto penitenziario l’ambito
prioritario di intervento, si afferma sempre più come Corpo chiamato a svolgere le sue funzioni nell’ambito dell’intera comunità sociale, anche esterna al carcere (pensiamo alle attività di verifica
e controllo delle prescrizioni in tema di misure alternative, destinate ad aumentare
esponenzialmente con le recenti novelle legislative).

Il concetto di pluralità delle pene, diverse dal carcere, che la Ministra Cartabia sta efficacemente
esprimendo con la Riforma che porta il suo nome, evidenzia sempre più che la Polizia Penitenziaria
altro non è che una Polizia di contesto, del contesto dell’esecuzione penale (non del carcere, ove
secondo le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa la Polizia non dovrebbe proprio operare se
in presenza di contingenze straordinarie).
La conclusione da trarre, senza impatti economici di rilievo, non può che essere l’elevazione della
Polizia del Ministero della Giustizia a Corpo direttamente dipendente dal Gabinetto del Ministro,
non già fagocitata dal DAP (annullata nel carcere) e dal DGMC (compressa dagli Uffici Epe) con
nuova nomenclatura che meglio chiarisca i compiti dell’Istituzione e, soprattutto, motivi il
personale: Polizia di Giustizia.

Commissione Speciale di Analisi


Nelle more del processo di Riforma del Corpo si palesa come indifferibile l’istituzione di una Commissione Speciale di Analisi per valutare le condizioni di servizio e di benessere degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, nonché i livelli di efficienza operativa con l’attuale assetto organizzativo, con particolare attenzione a:

  • formazione e aggiornamento professionale;
  • dotazioni ed equipaggiamenti;
  • adeguatezza logistica;
  • capacità di intervento operativo;
  • presenza in servizio;
  • richieste di dispense dal servizio e di prepensionamento;
  • condotte autolesive o anticonservative.

Tale Commissione dovrà, per intuibili motivi, essere composta da esperti esterni all’Amministrazione penitenziaria e della giustizia minorile e di comunità, ed essere composta da personale del Corpo Prefettizio, delle altre Forze di Polizia e/o Forze Armate, nonché da professionisti psicologi e sociologi.

PROPOSTA
Istituzione della Polizia di Giustizia

Assicurando l’invarianza di spesa, nell’ambito delle risorse destinate al Ministero della Giustizia,
è istituita la Polizia di Giustizia.
Il Corpo di Polizia Penitenziaria è disciolto ed il relativo personale (ruolo Agenti/Assistenti,
Sovrintendenti, Ispettori e della carriera dei funzionari) entra a far parte della Polizia di Giustizia,
alle dipendenze funzionali del Gabinetto del Ministro della Giustizia.
Le bandiere, le decorazioni, le attrezzature, i mezzi, gli strumenti, gli equipaggiamenti del Corpo
di Polizia Penitenziaria sono attribuiti alla Polizia di Giustizia.
La Polizia di Giustizia provvede all’espletamento dei compiti istituzionali già attribuiti al Corpo
di Polizia Penitenziaria dalla legge 15 dicembre 1990, n. 395, dalla legislazione speciale e relativi
regolamenti.
Nell’ambito della Polizia di Giustizia operano due Direzioni Generali (ex Direzione Generale delle
Specialità Direzione Generale dei Servizi logistici del Corpo di Polizia Penitenziaria), per il
coordinamento delle Divisioni, dei Reparti, dei Nuclei, delle Scuole e dei Servizi del Corpo.
Ad invarianza di spesa, per il proficuo espletamento dei compiti istituzionali, è possibile procedere
alla rimodulazione dei Ruoli e delle qualifiche del Corpo.

Roma, lì 21 giugno 2022

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